Il biancospino pianta officinale
Il Biancospino (Crataegus oxyacantha – la specie selvatica – o Crataegus monogyna – la specie comune), è un arbusto, dalle dimensioni contenute, che cresce spontaneamente nelle zone temperate dell’emisfero nord (Europa, Asia, America), appartenente alla famiglia delle Rosaceae. In italiano prende il nome, Biancospino, per i fiori bianchi e i rami spinosi. Il nome latino, invece, trae origine dal greco: Crataegus, che significa
forte in riferimento alla robustezza della corteccia, monogyna, allude al fatto che ha un solo seme e un solo stilo, a differenza dell’oxyacantha che ne ha di più.
Proprietà del Biancospino
Tra le proprietà del Biancospino, le principali riguardano l’uso nel trattamento delle lievi insufficienze cardiache e delle aritmie, delle palpitazioni e dell’ipertensione arteriosa lieve.
Inoltre, al biancospino viene
attribuita anche un’azione sedativa che viene sfruttata in presenza di situazioni ansiose.
Il biancospino è una fonte di antiossidanti (tra cui spiccano le procianidine oligomeriche e la quercertina),
di steroli e di altri composti interessanti per la salute.
Dai fiori e dalle foglie essiccati si ricavano flavonoidi e proantocianidoli. I primi sono potenti antiossidanti e, “spazzini” dei radicali liberi, utili nella prevenzione di malattie cardiovascolari e infiammatorie.
Insieme ai
proantocianidoli, famiglia di polifenoli, hanno funzioni cardioprotettiva, sedativa e antiradicalica, e possono essere assunti al bisogno dai pazienti che soffrono di condizioni patologiche del cuore o del sistema
cardiocircolatori
Attività del Biancospino
Azione cardioprotettiva
cardioprotettiva: i flavonoidi inducono dilatazione dei vasi sanguigni addominali e, soprattutto, di quelli coronarici che portano il sangue al cuore, con conseguente riduzione della pressione arteriosa. Utile
nei casi di ipertensione arteriosa, lieve o moderata, specie se di origine nervosa. La droga aumenta la capacità di contrazione del muscolo cardiaco (proprietà inotropa positiva) e, nel contempo, rallenta la
trasmissione dell’impulso nervoso, quindi anche la contrazione del cuore nel pompare sangue dagli atri ai ventricoli (proprietà batmotropa negativa). Proprio per questo motivo, gli estratti di biancospino sono da
tempo utilizzati come terapia fitoterapica elettiva nel trattamento di scompensi cardiaci di media entità, nell’insufficienza coronarica, nelle turbe bradicardiche lievi, e nell’insufficienza miocardica (forma
moderata). Il biancospino diminuisce anche in modo sensibile la frequenza dei battiti del cuore (proprietà cronotrope negative), rivelandosi utile nell’angina e in tutti i disturbi dovuti a ipereccitabilità del cuore. Studi
clinici hanno dimostrato che l’estratto secco titolato di biancospino può ridurre, nello scompenso cardiaco, la frequenza cardiaca, il gonfiore alle caviglie e la pressione arteriosa con riduzione dei sintomi di sofferenza
senza la comparsa di effetti collaterali.
Azione sedativa
i tannini e i flavonoidi contenuti nel biancospino agiscono sul sistema nervoso centrale, risultando utili soprattutto nei pazienti molto nervosi, nei quali riduce l’emotività, lo stato di tensione e migliora il sonno. Le azioni sul sistema nervoso non hanno un’azione diretta, piuttosto sembrerebbero
secondarie all’azione regolarizzatrice del ritmo cardiaco (la pianta aiuterebbe pertanto a superare i sintomi cardiovascolari dell’ansia piuttosto che avere diretta azione ansiolitica sui circuiti neuronali). Di riflesso, la somministrazione di estratti di biancospino migliora la qualità del sonno, favorendo un riposo tranquillo
scorporato da ansia, affanni e difficoltà all’addormentamento. Al fine di contrastare i sintomi tipici della sindrome ansiosa, è consigliata la somministrazione di estratto di biancospino sotto forma
di tisane o decotti in associazione ad altre droghe ansiolitico-sedative, che ne potenziano l’attività medesima.
Azione antiradicalica, antiaterosclerotica e ipolipemizzante
il biancospino è in grado di intrappolare i
radicali liberi riducendo l’accumulo di colesterolo nella parete dei vasi sanguigni che tende a depositarsi
dopo essere stato ossidato. In questo modo, riducendo le resistenze periferiche, è idealmente in grado di
prevenire l’aterosclerosi. Le azioni terapeutiche da “scavenger” sembrano doversi attribuire ai flavonoidi
(iperoside, vitexina) e agli oligomeri procianidinici contenuti nelle foglie e nei frutti.
Modalità di utilizzo e durata del trattamento
Esistono varie forme di somministrazione sia liquide che solide (estratti secchi titolati), per via orale: Tintura
Madre, Macerato Glicerico, Estratto fluido ed Estratto secco, ma può essere prescritto anche come taglio-
tisana per infusi (in genere per le indicazioni sedative, non per quelle cardioattive in cui il dosaggio deve essere preciso e massimale).
Il trattamento deve essere effettuato per almeno sei settimane. Gli effetti del Biancospino si instaurano nel tempo, per cui va utilizzato per lungo periodo. La pianta risulta maneggevole e non tossica, infatti, la somministrazione, anche quando prolungata, sembra essere piuttosto sicura, fatta eccezione per chi assume, contemporaneamente, farmaci ad azione diretta sul cuore.